Welfare Aziendale
Speciale Piccole Imprese
Nell’attuale congiuntura economica le Aziende si trovano da una parte a dover ristrutturare i propri asset strategici per diminuire i costi e dall’altra a dover supportare i propri dipendenti nei settori dove l’intervento statale diminuisce in modo evidente.
Nasce così quello che viene ormai definito da tutti il Welfare Aziendale.
Nel Welfare Aziendale rientrano tutte quelle opzioni che scaturiscono dalla contrattazione collettiva o da scelte imprenditoriali volontarie, volte a aumentare il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie.
Quali sono le aree di intervento consentite dalla vigente normativa per implementare un piano di Welfare Aziendale?
- Tutela della salute con strumenti di sanità integrativa.
- Integrazione pensionistica rispetto a quanto garantito dal sistema obbligatorio.
- Tutela a fronte dei rischi più gravi e delle conseguenze economiche per il lavoratore e per la sua famiglia.
- Supporto al benessere del lavoratore e della sua famiglia.
Perché fare welfare in azienda conviene, sia all’azienda sia ai lavoratori?
Perché per l’azienda il costo da sostenere non è gravato né da imposte né da contributi previdenziali (fatto salvo il contributo di solidarietà INPS del 10%, limitato a quanto versato in tema di previdenza integrativa e alle Casse di Assistenza) e soprattutto perché migliorano in modo evidente il clima aziendale e la fidelizzazione, facendo aumentare di conseguenza la produttività. Per il lavoratore il vantaggio consiste nel ricevere dall’imprenditore erogazione di beni
e servizi detassati.
Infatti le Leggi di Stabilità (del 2016 e del 2017) hanno incrementato provvedimenti volti a favorire il Welfare Aziendale anche mediante la conversione dei premi di risultato. A titolo di esempio:
- Le coperture salute (rimborso spese mediche e odontoiatriche) che, grazie alla previsione di un opportuno
regolamento aziendale e all’utilizzo di una cassa di assistenza, potranno risultare un costo deducibile per l’azienda e un beneficio non imponibile per i lavoratori ed i relativi nuclei famigliari (fino a € 3.615 di contributi per ogni lavoratore). - La possibilità di mettere a carico dell’azienda la previdenza integrativa di quei dipendenti che si volesse valorizzare. Fino ad un massimo di € 5.164 (per ogni lavoratore, compresa l’eventuale contribuzione a suo carico) può rappresentare un costo deducibile per l’azienda e un beneficio non imponibile per il lavoratore dipendente.
- Novità assoluta della normativa dal 2017, la possibilità per l’azienda di tutelare i lavoratori, rispettando determinati canoni, anche da rischi attualissimi come quelli relativi alla non autosufficienza e alle malattie gravi, a condizioni fiscali particolarmente vantaggiose per l’azienda (deducibilità del costo) ed i lavoratori (non imponibilità fiscale e contributiva).
- L’opportunità di utilizzare la franchigia di 258 € prevista dall’art 51 comma 3 del TUIR, per prevedere, in determinati casi ed entro precisi limiti, ulteriori coperture assicurative (ad esempio una polizza infortuni o morte).
Welfare volontario o welfare negoziale?
Tutte queste opportunità possono rientrare in piani di welfare realizzati coinvolgendo direttamente i dipendenti (Welfare volontario) o i sindacati (Welfare negoziale).
Il piano di Welfare è volontario quando:
- a) è occasionale e/o frutto di una liberalità datoriale;
- b) è erogato tramite regolamento aziendale cioè mediante la stesura di un documento strutturato volontario e unilaterale da parte del datore di lavoro che lo impegna nei confronti dei dipendenti.
Il piano di Welfare è negoziale quando:
- c) è frutto di accordo sindacale aziendale (obbligatorio), se il welfare aziendale è abbinato al premio di risultato o di produttività;
- d) è frutto di accordo sindacale aziendale (facoltativo) se l’obbligazione del datore di lavoro ha ad oggetto, sin dal suo nascere, l’erogazione di beni e servizi e può essere adempiuta solo con tale modalità.
Non esiste il modello più corretto in assoluto, ma esiste un modello diverso per ogni azienda e questo dipende da numerose variabili che vanno analizzate singolarmente:
- le necessità dei dipendenti che dipendono dalla localizzazione geografica, dallo stato sociale, dalla composizione famigliare, dall’età anagrafica e dal lavoro svolto;
- i vantaggi fiscali, retributivi e contributivi generati da ogni tipologia di servizio e aggiornati annualmente;
- dal livello di “sindacalizzazione” dell’azienda;
- dal budget attuale o futuro che il datore di lavoro dedica ai dipendenti.
Reale Mutua è a fianco dei propri soci per sviluppare le soluzioni di Welfare Aziendale più adatte ad ogni singola realtà imprenditoriale dove il benessere e la qualità di vita dei lavoratori è vista come linfa per la competitività dell’azienda.
QUALE WELFARE? Parliamone insieme.